"Nel giro di vent'anni sarete più dispiaciuti per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi lanciatevi, abbiate il coraggio di levare l'ancora e avventurarvi oltre il porto sicuro. Lasciatevi guidare dal vento ed esplorate nuovi lidi" Mark Twain

6/06/2008

Obama presidente ?

faro un prossimo post con le miei idee
intanto copio questo bell articolo
che mi trova molto d'accordo

da Il Foglio
Il messia è arrivato. Appena diventerà presidente improvvisamente “il cielo si aprirà, la luce divina ci illuminerà, i cori celestiali non smetteranno di cantare, ciascuno di noi saprà che dovrà fare la cosa giusta e il mondo sarà finalmente perfetto”. Più o meno è questo, nello sfottò di Hillary Clinton, l’irrazionale entusiasmo scatenato da Barack Obama tra i suoi seguaci, specie tra i media. Intendiamoci. Obama è super, meraviglioso, stupendo e la sua vittoria alle primarie è storica, epocale, straordinaria. Detto questo, che non è poco, stiamo calmi. Hillary Clinton, la tanto vituperata e insopportabile Hillary, quella che metà degli americani non voterebbe nemmeno morta, ha preso più voti dell’immaginifico Obama. Più voti, non meno. E ha vinto in tutti gli stati più grandi d’America, nelle roccaforti democratiche e negli stati in bilico. Da quando la sua candidatura è stata data per sepolta da una stampa che avrebbe fatto passare Emilio Fede e Curzio Maltese per analisti equilibrati, Hillary ha prevalso quasi ovunque e quasi sempre, ribaltando sondaggi e previsioni e commenti funerei.
L’obiezione è: anche Al Gore nel 2000 ha preso più voti di George W. Bush. Non è proprio così. Se alle primarie democratiche ci fossero state le regole “winner takes all” usate dai repubblicani, cioè le medesime che il 4 novembre decideranno la presidenza degli Stati Uniti, o se perlomeno ci fosse stato un sistema di selezione del candidato ideato da persone senza rapporti intensi con sostanze psicotrope, Hillary sarebbe da tempo la nominata del partito e con buone, ottime possibilità, probabilmente superiori a quelle di Obama, di entrare alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio.
E invece no. Ha vinto Obama. E ha vinto grazie alla decisione unanime della stampa americana, come si sono accorti i Clinton, costretti ad affrontare una vasta cospirazione di estrema sinistra così violenta da far rimpiangere il vecchio procuratore Ken Starr del sexgate. Obama ha vinto anche per aver predisposto la più strepitosa macchina organizzativa e di autofinanziamento mai vista in politica, a dimostrazione che il senatore non è uno solo chiacchiere e spillette. Ma senza gli errori della Clinton Machine, avrebbe chiuso bottega da tempo. I clintoniani erano certi di poter chiudere la partita subito, nei grandi stati, e hanno lasciato campo libero al senatore nel resto del paese. Un dato: Obama ha conquistato circa 140 delegati in più di Hillary, tra quelli eleggibili. Il saldo a favore di Obama nei caucus, cioè nelle lunghe e laboriose riunioni di partito dove si vince solo se si dispone di un’organizzazione capillare e di tanti militanti, è stato di 139 delegati.
Nessuno sa come andrà a finire a novembre, e chi dice il contrario mente sapendo di mentire. Il fenomeno Obama potrebbe crescere ancora, trasformarsi in una valanga e travolgere McCain senza che il senatore dell’Arizona se ne accorga. Oppure la bolla potrebbe sgonfiarsi rapidamente.
Il punto che sfugge, però, è che Obama non è più il candidato di un anno fa, quello che faceva sognare sinistra e destra, liberal e conservatori, che aspirava a unire il paese e a chiudere l’era delle guerre culturali, razziali e partigiane. Il processo democratico delle primarie e il confronto con gli avversari e gli elettori l’hanno completamente ridefinito. Obama resta il candidato perfetto per una serie televisiva, e infatti s’è scoperto che l’ultima serie di “The West Wing”si è ispirata a lui per delineare il candidato ispanico Matt Santos, ma ora si è trasformato nel solito candidato elitario, intellettuale, troppo di sinistra e incapace di connettersi col paese reale. Non sono opinioni. Sono mesi che Obama viene rifiutato stato dopo stato, primaria dopo primaria, dalla working class del suo stesso partito, dai poveri, dagli immigrati ispanici, dai cattolici, dagli anziani, dalle donne, dagli ebrei e da qualsiasi categoria sociale e razziale a cui non appartengano afroamericani, studenti, intellettuali, miliardari, divi di Hollywood e fighetti.
Christian Rocca

8 commenti:

isadorablumenthal ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
nonsisamai ha detto...

dopo questo non so quanto bisogno ci sia che tu esprima le tue opinioni. nel senso che, se come dici all'inizio sei d'accordo con quest'articolo e' tutto non so quanto ci sia da aggiungere.
io ovviamente non sono d'accordo e rispetto la tua posizione, ma non penso di essere una 'seguace' di nessuno, non penso di essere nel gruppo dei fighetti, degli afroamericani, studenti, intellettuali, miliardari...
e non sono certo l'unica. come la mettiamo?

no, non mi e' piaciuto questo articolo, soprattutto il tono.

Moky in AZ ha detto...

Anche io non sono d'accordo, anche perche' NON E' VERO anzitutto che Hillary abbia ricevuto piu' voti di BO; leggi http://www.realclearpolitics.com/epolls/2008/president/democratic_vote_count

(Real Politics e' un sito attendibile.)

HC, o meglio il suo entourage/campaign ha "sparso" questa notizia, come atto disperato e non ha funzionato.
Non so' se Obama riuscira' a vincere su McCain, ma penso che sia possibile, perche' molti indipendent semi-conservatives, tipo mio marito, votera' per BO, invece di votare per il candidato repubblicano, a meno che Hillary sia la running mate. E no, Obama non e' un elitista, come invece i media americani hanno cercato di ritrarlo... mi sembra che questo Rocca, nel tentativo di denunciare le distorsioni dei media americani, si sia dimenticato di farlo lui stesso... anche lui ha distorto la realta' e non ha ricercato i numeri... la realta' e'che Obama non e' certo il messia, ma potrebbe essere il "veicolo" di un cambiamento che l'America sta aspettando, sperando ormai da tempo.
Io ormai mi fido solo di Stephen Colbert... :)

Marina ha detto...

Non conosco il giornalista che scrive questo articolo (non amo frequentare molto il Foglio), ma non predispone la lettura definendo "un sistema di selezione del candidato ideato da persone senza rapporti intensi con sostanze psicotrope". Sono delle regole di un "gioco" da tutti i partecipanti condivise, Hillary compresa.
Ho seguito le primarie.
A scuola dove lavoro spesso se ne è parlato e si sono seguito gli speeching, soprattutto quelli di Obama. I miei colleghi insegnanti non sono "studenti o intellettuali o miliardari o divi di Hollywood e fighetti", qualcuno di loro è afroamericano, ma la maggioranza non lo è: molti sono passati con il sostenere Hillary a sostenere poi Obama, apprezzando quei cambiamenti che invece il giornalista dell'articolo non apprezza.

Io guardo con ammirazione Obama.
E seguirò con molto interesse la campagna presidenziale.
Provo molta invidia, al di là che sia lui, che nei suoi discorsi affronti argomenti importanti come sono "gli scontri razziali" a differenza dei nostri candidati e poi governanti italiani.
L'insegnante di composizione con cui lavoro qui fa spesso ascoltare ai ragazzi dei discorsi dei candidati così che poi gli studenti possano fare dei componimenti a riguardo, non so se farei ascoltare ai miei studenti italiani un discorso del nostro presidente del consiglio o di qualche ministro leghista...

Crazy time ha detto...

l'articolo mi sembra molto superficiale, lacunoso, qualunquista, generico. Dove stanno i fatti? I numeri? Le percentuali?

(questo e' un problema del giornalismo italiano in genere)

Anonimo ha detto...

Secondo quello che dici, se é arrivato a vincere la Clinton vuol dire che ha le doti che ci vuole per far politica giacché in questo mestiere le doti principali sono anche di cambiar d'opinione, promettere e non tener parola ma prima di tutto sedurre per farsi eleggere. Riuscirà? Certo che lo show non ha niente da vedere con i nostri politici da operetta:-)

Daniele ha detto...

Dai, l'articolo è interessante, se non altro ci ricorda (forse involontariamente) il fatto che noi europei idolatriamo Obama molto più di quanto in realtà si faccia negli USA (o almeno qui in Texas, che è la realtà che vedo da vicino).

Certo che usando parole come "vasta cospirazione di estrema sinistra", la vena populista inficia ogni possibile velleità di analisi politica seria...

Moky in AZ ha detto...

... il Texas ha radici conservatrici profonde, cosi' come in moltissimi altri stati del sud dove esiste ancora una sorta di razzismo velato, nascosto (ma non troppo), dove il KKK e i suoi seguaci hanno ancora il coraggio di esistere e a porte chiuse ci si lamenta ancora della de-segregazione.
L'errore piu' grosso di Rocca secondo me e' stato usare la parola "sinistra" che qui negli US ha un sapore amaro, diverso da quello che ha in Italia. Barack Obama, pur essendo il candidato democratico, esercita un appeal enorme anche su schiere di americani che chiamerei "conservatori con il cuore", ideologicamente repubblicani ma stufi di quello che GOP rappresenta o ha rappresentato negli ultimi 8 anni. E non si tratta di idolatrarlo (per quanto Hillary abbia provato a ridicolizzare i supporter di BO con il suo discorso...), anche se devo ammettere che moltissimi giovani, quelli diciamo dai 18 ai 25/30 magari lo fanno anche - ma e' una prerogativa della gioventu', no?- non si tratta di osannarlo, si tratta invece di "tifare" per una squadra nuova, una che offre speranze, e non la solita politica, the lobbies-ass-kissing politics, cui siamo stati testimoni negli ultimi anni con risultati disastrosi.